Master all'estero? Avere un sogno ma non i soldi per realizzarlo.
Lo sanno tutti, ormai "la laurea conta poco", "è fondamentale settorializzarsi", "con un master in tasca, non dovrebbero mancare le possibilità" ma provate a digitare le parola "master" su google... vi compariranno circa 1.950.000.000 risultati.E' impressionante la gamma di master offerta nel mondo. Date poi un’occhiata all'elenco delle migliori 80 business schools, fornite dal Financial Times dove, ogni anno, compaiono le statistiche che tengono conto del livello di internazionalizzazione degli Atenei. Secondo il World University Ranking, che misura la qualità dei programmi post-graduate, al primo posto c'è la London Business School grazie al suo eccellente programma organizzato congiuntamente con la Columbia Business School negli USA.
Insomma, scrivi 'master prestigioso all'estero' e leggi 'carriera assicurata in fututo'.
Così in tanti, al teorico sistema italiano ne preferiscono uno con valutazioni basate su lavori di gruppi o giornate interattive. Chi ha già frequentaro una scuola inglese, saprà bene di cosa sto parlando: l' approccio diretto e interattivo è sicuramente più stimolante e accresce le competenze.
Ma è il dettaglio a fare la differenza.. Accedere a questi prestigiosi master è complicatissimo, ad essere premiate son solo le menti più brillanti e con un alto livello di inglese (non ci sono mai posti riservati agli studenti internazionali e la competizione è alla pari con i madrelingua). Se poi il tasso di ammissione (che si aggira attorno al 6%) non fosse un ostacolo sufficiente, subentra, una volta passata la selezione, la salata retta da pagare. E si sa, chi ha il pane non ha i denti e viceversa.
E' Federica Belletti, giovane di 23 anni, a dimostrare che il più delle volte i master non sono alla portata dei più meritevoli: figlia di due genitori operai, ha passato l'ardua selezione ma non ha i soldi per pagare la retta della Columbia University, l'unica che offre un programma (MFA) in Film per 87mila dollari. Un grande sogno e, per realizzarlo, ha deciso di appellarsi alla solidarietà con una raccolta fondi su GoFundMe. (http://www.gofundme.com/Fede-Columbia)
Federica, perché non hai mai pensato a un master più economico, magari in Italia ?
Non avevo mai pensato ad un master non avendone le possibilità.
Dopo essermi laureata sono partita per fare la ragazza alla pari perché era un momento economico molto difficile per la mia famiglia. Una volta lì, un po’ per sfida, un po’ perché da quella parte del mondo si ha la sensazione che i limiti esistono solo per essere superati, ho fatto domanda alle università americane visto che in Italia non c'è una tradizione cinematografica. Nei siti delle case di produzione italiani si fatica a trovare anche solo la sezione “careers” o un contatto mail!
E non avendo soldi hai pensato al Crowdfunding (il finanziamento collettivo) che però in Italia è poco diffuso... Sì, GoFundMe è la prima piattaforma al mondo per la raccolta fondi. Una ragazza Canadese senza tetto, ha ottenuto l’ammissione ad Harvard avendo raccolto, con crowdfunding, addirittura 71 mila dollari in un mese. Anche se in Italia non è molto conosciuto, tentar non nuoce.
Quando durerà la raccolta e a quanto sei arrivata ?
Se entro il 31 Luglio non avrò raccolto almeno 60 mila euro, chiuderò la campagna e comincerò la restituzione del denaro. Attualmente il sito mostra 5.373 euro ma ho ricevuto altre donazioni al di fuori per un totale di 7.563 euro. Ci sono dei giorni in cui credo di farcela, stamattina ho ricevuto una sorprendente donazione di 2000 euro.. Anche in Italia si può, voglio esser positiva!
Hai già in mente un piano alternativo?
Sto lavorando come cameriera ma credo che, se non dovessi farcela con i fondi, tornerò a fare la ragazza alla pari all'estero perché lì, anche se il guadagno è basso, la qualità della vita è migliore e posso continuare a praticare l’inglese, mantenendomi da sola.
Il tuo appello.
Mi rivolgo ai moderni mecenati, agli imprenditori che credono nella cultura e sono consapevoli delle potenzialità economiche dell’arte, che dispongono delle risorse per far si che il loro credo diventi possibilità concreta... E ancora, alle industrie e associazioni del settore audiovisivo, alle fondazioni filantropiche e alle aziende che cercano idee di corporate sponsorship o che semplicemente, consapevoli dell'importanza di studiare in America, vogliono raccogliere il mio s.o.s. Affido a voi il compito di sostenere il mio sogno, anche con cifre simboliche.
solo là si ha la sensazione che i limiti esistono solo per essere superati